Il ParkPilot è una tecnologia sempre più in uso tra gli automobilisti, quando si trovano alle prese con le manovre di parcheggio. A quanto pare questa tipologia di dispositivo che assiste alla guida della propria vettura, viene richiesto a prescindere dalle dimensioni più o meno voluminose del mezzo. Cerchiamo di conoscere meglio le caratteristiche del dispositivo che ci offre un gran supporto in fase di parcheggio, andando a valutare addirittura la fattibilità di manovra e l’effettivo spazio che andremo ad occupare con la nostra vettura
Cosa significa park pilot?
ParkPilot è il termine che è stato dato al dispositivo di assistente alla guida, che in fase di parcheggio, riconosce la presenza di eventuali ostacoli, e non solo. Spesso a causa dei lunotti di dimensioni ridotti presenti sulle vetture, non è facile andare ad individuare impedimenti o oggetti, presenti dietro il nostro veicolo. A offrire una valida mano in corso di manovra ecco entrare in funzione il prezioso segnale acustico che si attiva a seguito della visualizzazione anche la distanza, dei vari ostacoli.
A bordo nella plancia di comando trova posto un display che offre l’opportunità di vedere in tempo reale lo spazio che circonda la nostra vettura, anche in quei coni d’ombra che non vengono inclusi dagli specchietti retrovisori. Una panoramica totale dello spazio circostante, che non lascia spazio a dubbi che possano andare a provocare urti, con conseguenti danni.
Come funziona il sistema di assistente di parcheggio
Per tutte le vetture che hanno in dotazione il ParkPilot, le procedure di utilizzo risultano essere molto simili. Si tratta di sistemi in grado di provvedere al posteggio della vettura, in modalità più o meno autonoma. Ecco quindi che con estrema facilità si andranno ad effettuare anche delle manovre più difficili e spesso odiate dagli automobilisti, in un batter baleno.
Nel momento in cui viene individuato lo spazio sufficiente per effettuare il parcheggio (che viene considerato essere almeno un metro in più della lunghezza della macchina), la vettura si pone nella posizione di partenza più idonea, per iniziare le manovre di parcheggio. Il guidatore dovrà comunque andare a inserire la retromarcia per dare inizio al parcheggio.
Questo tipo di tecnologia ADAS è resa possibile grazie ad un sofisticato software centrale di controllo, che vanta il supporto di tutta una serie di sensori di parcheggio. Normalmente ecco che impostando la velocità di marcia inferiore a 30 km/h, dal touch screen viene attivata la modalità “Ricerca”. In caso di parcheggio si potranno scegliere due procedure tra l’accesso al parcheggio cosiddetto a pettine, oppure in linea.
Con un delicato uso del pedale dell’acceleratore da parte del conducente, l’auto viene portata dolcemente nello spazio di parcheggio. La fine della manovra di retromarcia viene definita da un segnale acustico. Sul display potranno apparire ulteriori indicazioni per avanzare e, all’occorrenza, andare ad inserire nuovamente la retromarcia.
La funzione di assistenza al parcheggio (PAS) può essere attivata o disattivata. I sensori anteriori e laterali dell’assistenza al parcheggio si attivano automaticamente all’accensione del motore, i sensori posteriori si attivano se l’automobile procede all’indietro oppure si inserisce la retromarcia.
Scopriamo quali sono i costi d’istallazione dei sensori di parcheggio
Ormai queste strumentazioni sono proposte anche sulle piattaforme di e-commerce, risultando essere anche molto semplici da montare. Si potrà quindi montare anche su vetture già datate, un ausilio molto valido, per poter effettuare manovre in tutta sicurezza.
Sarà bene comunque andare a valutare le condizioni del veicolo e il suo tempo di utilizzo. Inoltre sarà bene fare attenzione a non sottovalutare i costi, valutando i pro e i contro. Per un sistema moderno che veda anche inclusa l’installazione dei sensori di parcheggio, i prezzi possono oscillare tra i € 600 e i € 1000.