La marmitta: gioia e dolore di ogni automobilista. E’ la più importante alleata per proteggere l’ambiente, ma può anche essere quel componente che fa risultare l’auto fuori parametro ai controlli della revisione. Scopriamo insieme come funziona e perché riveste un’importanza peculiare.
Cos’è la marmitta?
Banalmente (come tutti, del resto, dovrebbero sapere), la marmitta è un componente di un sistema più complesso, vale a dire l’impianto di scarico dell’autovettura. Altrettanto banalmente, il suo compito è quello di buttare fuori i gas di scarico prodotti dal motore che permette al veicolo di circolare. La sua funzione, nel corso del tempo, si è evoluta: inizialmente serviva ad attutire i rumori prodotti dall’emissione dei gas, oggi invece è fondamentale per combattere l’inquinamento. Il suo corretto funzionamento, insomma, è importantissimo.
Com’è fatta?
Per ogni cilindro del motore esiste un tubo: questi tubi, insieme, si chiamano collettore di scarico e confluiscono in un solo “bocchettone”. Le parti che collegano questo sistema si chiamano “flange”. Al termine del collettore, ma prima del silenziatore, vi è il flessibile: questo componente ha il compito di assorbire i movimenti del motore. Il flessibile è composto da un’anima di acciaio avvolta a una molla elicoidale: all’estremità di questa molla ci sono due flange circolari che a loro volta sostengono il tubolare di acciaio che riveste la molla. Questo sistema assorbe i movimenti del motore e consente l’espansione dei gasi di scarico con il conseguente assorbimento del rumore.
Come funziona?
Veniamo ora al funzionamento. Per funzionare in modo corretto, senza che sia il motore a svolgere questa funzione, l’impianto di scarico deve assicurare il cosiddetto effetto Venturi: è questo effetto che consente al gas di uscire dal tubo di scappamento. Nel passaggio all’interno dell’impianto di scarico, il gas passa nel catalizzatore. E’ questo elemento, all’interno della marmitta, che serve ad abbattere le emissioni nocive. Il catalizzatore ha una cosiddetta “spugna catalitica” che è capace di trasformare gli idrocarburi incombusti e altri inquinanti in anidride carbonica, acqua e azoto.