La Formula 1 torna a discutere del futuro delle motorizzazioni, e tra i protagonisti del dibattito non poteva mancare Lewis Hamilton, da quest’anno in forza alla Ferrari. Il sette volte campione del mondo ha espresso un’opinione netta, senza mezzi termini, nel corso di un’intervista. Il campione ferrarista Hamilton stronca i motori V6 attualmente in uso, proponendo un ritorno ai V10 aspirati in chiave moderna e sostenibile.
Hamilton stronca i motori V6: perso il fascino del suono
Uno dei temi centrali sollevati da Hamilton è il mancato impatto sonoro degli attuali propulsori. “Non è un segreto che il V6 non abbia mai suonato bene”, ha dichiarato il pilota britannico. A sostegno della sua critica, ha ricordato un episodio personale che ha segnato la sua passione per il motorsport: il GP del Belgio 1996 a Spa, quando, ancora adolescente, sentì il rombo del V10 di Michael Schumacher passare per la curva 1. “La mia gabbia toracica vibrava, mi ha conquistato”, ha spiegato.
Per Hamilton, quel tipo di emozione è andato perduto con l’introduzione dei V6 turbo-ibridi nel 2014. Secondo lui, la Formula 1 ha sacrificato l’anima sonora dello sport in nome della tecnologia, perdendo una delle sue componenti più affascinanti.
I costi delle attuali power unit: “Un controsenso”
L’altra accusa mossa da Hamilton riguarda i costi esorbitanti delle power unit moderne. I V6 ibridi, che avrebbero dovuto rappresentare una soluzione più economica rispetto ai V10 e V8, si sono rivelati un investimento ben più oneroso per i team.
Secondo il campione inglese, il passaggio dai V10 ai V6 fu giustificato con la necessità di contenere le spese, ma l’aggiunta di componenti come MGU-H, MGU-K, batterie e centraline complesse ha generato costi ben più elevati. “È costato così tanto far funzionare questi V6. È un controsenso”, ha affermato Hamilton.
Il sostegno alla proposta di Ben Sulayem per il 2028
Le parole di Hamilton si inseriscono in un contesto più ampio, in cui anche il presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem, ha aperto all’ipotesi di un ritorno ai motori V10 nel 2028, naturalmente alimentati da carburanti sostenibili. L’idea non è più solo una suggestione, ma un’ipotesi concreta in discussione tra i team e i costruttori di power unit.
Hamilton si è detto favorevole a questa prospettiva, a patto che i nuovi motori siano più semplici, sostenibili e accessibili, e allo stesso tempo in grado di riaccendere la passione e lo spettacolo. “Se siamo in grado di tornare a quei motori dal suono straordinario e di raggiungere gli obiettivi sostenibili, allora sì, perché no?”, ha dichiarato.
Bio-carburanti e semplicità meccanica: la via del futuro
Una delle chiavi per un futuro più emozionante e meno costoso per la F1, secondo Hamilton, è rappresentata dai carburanti sostenibili, che permetterebbero un ritorno ai motori aspirati tradizionali senza compromettere l’ambiente.
Secondo il pilota Ferrari, l’avanzamento tecnologico in questo campo consente ora di immaginare motori termici “green”, capaci di garantire emozione, suono e rispetto per l’ambiente. “Forse dovremmo concentrarci sui carburanti sostenibili, che sarebbero migliori per il futuro”, ha aggiunto.
Un ritorno al passato per rilanciare lo spettacolo
L’opinione di Hamilton si colloca in una fase delicata per la Formula 1, che da un lato vuole consolidare il percorso di transizione ecologica, e dall’altro deve rispondere a un pubblico sempre più nostalgico dei tempi d’oro dello sport.
L’introduzione dei V6 ibridi ha portato innegabili benefici in termini di efficienza energetica e innovazione, ma ha anche sollevato critiche per la complessità tecnica, il costo e il calo di spettacolo sonoro. In questo contesto, le parole di Hamilton rappresentano un richiamo alla semplicità, all’autenticità e alle emozioni vere.
Il peso delle parole di Hamilton
Essendo uno dei piloti più influenti della storia della F1, le dichiarazioni di Hamilton hanno un peso specifico significativo. Il suo punto di vista potrebbe contribuire ad accelerare la riflessione sul futuro delle motorizzazioni, soprattutto ora che il regolamento 2026 è in fase di definizione e il 2028 potrebbe segnare un’altra svolta storica.
L’interesse dei tifosi, nel frattempo, cresce. Il solo pensiero di rivedere motori V10 a ruggire sui rettilinei di Monza o Spa riaccende la passione nei cuori degli appassionati, molti dei quali vedono nei motori attuali un passo troppo freddo e razionale rispetto al glorioso passato della Formula 1.
Hamilton fa rumore, come i V10
In un paddock dove spesso si evita di prendere posizione netta, Hamilton ha fatto rumore, proprio come i motori che vorrebbe rivedere. La sua stroncatura ai V6 è un messaggio chiaro ai vertici della Formula 1: serve una F1 più autentica, accessibile e coinvolgente. Se i V10 del futuro sapranno conciliare spettacolo e sostenibilità, forse, la Formula 1 ritroverà davvero il suono della sua anima.