Cinture posteriori: sono obbligatorie? Cosa dice la legge e perché vanno usate

Scopri se è obbligatorio indossare la cintura anche nei sedili posteriori, cosa dice il Codice della Strada, quali sanzioni si rischiano e quali sono i pericoli reali in caso di incidente.

cinture di sicurezza

In auto, non tutti hanno l’abitudine di allacciare la cintura se sono seduti dietro. Ma le cinture di sicurezza obbligo passeggeri posteriori è una norma precisa del Codice della Strada, spesso ignorata. Questa guida chiarisce cosa dice la legge, quali sanzioni si rischiano, e soprattutto perché usare la cintura dietro non è solo un obbligo legale, ma un atto di responsabilità verso sé stessi e gli altri.

Cosa dice il Codice della Strada: la normativa

Secondo l’articolo 172 del Codice della Strada, le cinture di sicurezza obbligo passeggeri posteriori è una norma chiara e senza ambiguità. Tutti gli occupanti di un veicolo, anche quelli seduti sui sedili posteriori, devono indossare la cintura se il veicolo è omologato per averla. Questo significa che, a prescindere dal posto occupato, il mancato utilizzo della cintura è sanzionabile per legge.

Le uniche eccezioni previste riguardano situazioni molto specifiche: i taxi in ambito urbano (anche se la cintura resta comunque consigliata), i veicoli storici immatricolati senza cinture posteriori e alcune esenzioni mediche certificate. Per i bambini di statura inferiore a 1,50 m, invece, l’obbligo è quello di viaggiare su seggiolini omologati, adeguati a peso ed età.

Le auto moderne sono tutte dotate di cinture su ogni sedile: in questi casi, non esiste distinzione tra sedile anteriore e posteriore. Se la cintura c’è, va usata. La legge è chiara e vale anche per i passeggeri di auto private, a noleggio, car sharing e mezzi di trasporto con conducente.

Sanzioni e responsabilità

La legge italiana prevede sanzioni precise per chi viola l’obbligo di indossare le cinture, anche nei sedili posteriori. Se un passeggero viene sorpreso senza cintura, la multa per cintura dietro può variare da 83 a 332 euro, in base alla gravità e alla recidiva. Ma non finisce qui: se il passeggero senza cintura è minorenne, la responsabilità ricade direttamente sul conducente, che subisce anche la decurtazione di 5 punti dalla patente.

Il Codice della Strada cinture posteriori chiarisce inoltre che l’obbligo si applica anche su auto a noleggio, nei taxi fuori dai centri urbani e in tutti i contesti in cui il veicolo è omologato con cinture di sicurezza posteriori. Il conducente, pur non essendo materialmente in grado di controllare ogni comportamento, è tenuto a far rispettare l’obbligo soprattutto nei confronti dei minori.

Disattendere questa norma può quindi comportare non solo un danno economico, ma anche una responsabilità civile in caso di incidente: una dimenticanza che può costare caro in termini legali e morali.

Sicurezza: cosa succede in caso di incidente

Molti sottovalutano le conseguenze reali di un impatto quando i passeggeri posteriori senza cintura non sono correttamente allacciati. In caso di incidente, anche a velocità contenuta, il corpo del passeggero posteriore può trasformarsi in un proiettile che si abbatte con violenza sui sedili anteriori e sugli occupanti anteriori. Il rischio di lesioni gravi o mortali è altissimo, sia per chi è dietro, sia per chi è davanti.

Studi internazionali e crash test condotti da enti come Euro NCAP mostrano che un passeggero posteriore non allacciato può moltiplicare fino al 300% il rischio di morte per il conducente e il passeggero anteriore in caso di tamponamento.

Il falso senso di protezione dato dal sedile anteriore e dal fatto di “essere dietro” viene smentito dai dati reali: gli incidenti senza cintura sono spesso i più gravi proprio per i passeggeri che non sono protetti da airbag o da altri sistemi di sicurezza attivi.

Indossare la cintura, anche nei sedili posteriori, è quindi una misura vitale. Non è solo una norma, ma una barriera fisica tra la vita e il pericolo in ogni spostamento.

Perché molti non le mettono? Miti e abitudini sbagliate

Nonostante la legge sia chiara e i rischi noti, una parte significativa degli automobilisti continua a ignorare l’obbligo delle cinture di sicurezza per i passeggeri posteriori. Questo comportamento è spesso alimentato da vecchi miti, disinformazione o semplice comodità.

Uno dei falsi miti più diffusi è che “sedersi dietro sia più sicuro”, e che quindi la cintura non sia necessaria. In realtà, come dimostrato da numerosi studi scientifici, in caso di impatto i passeggeri posteriori non allacciati rischiano tanto quanto – se non di più – rispetto a quelli anteriori.

Un altro fattore è la percezione di impunità: nei controlli stradali, le forze dell’ordine non sempre riescono a verificare facilmente l’uso della cintura posteriore, ma questo non esonera dalla responsabilità personale e civile.

L’educazione stradale ha un ruolo centrale nel cambiare questa cultura. Indossare la cintura, anche dietro, deve diventare un gesto automatico, parte integrante della sicurezza su ogni tipo di percorso, breve o lungo che sia.

I dati sugli incidenti: cosa dicono le statistiche

I numeri parlano chiaro: ignorare l’obbligo delle cinture di sicurezza per i passeggeri posteriori può avere conseguenze drammatiche. Secondo i dati ISTAT più recenti, oltre il 60% dei passeggeri seduti dietro non indossa la cintura di sicurezza durante gli spostamenti. Un comportamento che incide direttamente sul tasso di mortalità e gravità delle lesioni in caso di incidente.

Un rapporto dell’EES (European Safety Survey) ha evidenziato che, in caso di incidente, la probabilità di morte o lesioni gravi aumenta del 40% per chi è seduto nei sedili posteriori e non indossa la cintura. Il rischio cresce ulteriormente se il passeggero viene proiettato contro i sedili anteriori, con conseguenze potenzialmente fatali anche per il conducente e i passeggeri anteriori.

Le fasce più a rischio? Giovani adulti tra i 18 e i 35 anni e coloro che effettuano brevi tragitti urbani, come tragitti casa-lavoro o spostamenti occasionali. Proprio in queste circostanze si tende a sottovalutare l’importanza della cintura, con risultati spesso tragici.

Numerosi casi di cronaca raccontano purtroppo di incidenti in cui la mancata cintura posteriore ha avuto esiti fatali anche a basse velocità. La sicurezza non fa distinzioni tra davanti e dietro, né tra brevi e lunghi tragitti.

Veicoli privi di cinture posteriori: come comportarsi?

Non tutte le auto, soprattutto quelle più datate, sono dotate di cinture di sicurezza posteriori. In Italia, le vetture immatricolate prima del 15 giugno 1976 possono essere legalmente sprovviste di cinture nei sedili posteriori. In questi casi, l’obbligo delle cinture di sicurezza per i passeggeri posteriori non si applica, ma ciò non significa che non ci siano rischi.

Per quanto l’assenza di cinture sia legalmente tollerata, è sempre fortemente consigliata l’installazione di un sistema di ritenuta, laddove tecnicamente possibile. Anche i veicoli storici possono essere dotati di soluzioni di sicurezza moderne, migliorando notevolmente la protezione degli occupanti.

Va ricordato che su tutte le auto moderne o recenti, dove le cinture posteriori sono presenti, l’utilizzo è obbligatorio per legge. Se un passeggero non le indossa, è passibile di sanzione a prescindere dall’età o dalla lunghezza del viaggio.

Un gesto semplice che salva la vita

Indossare la cintura non è solo un obbligo normativo, ma una scelta di responsabilità. L’obbligo delle cinture di sicurezza per i passeggeri posteriori esiste per proteggere ogni occupante del veicolo, non solo chi è alla guida o siede davanti.

Anche per i sedili posteriori, la cintura fa la differenza tra un incidente gestibile e un evento tragico. Che si tratti di una breve tratta in città o di un lungo viaggio, ogni spostamento merita attenzione e rispetto delle regole.

Non lasciare al caso la tua sicurezza e quella di chi viaggia con te: allaccia la cintura, sempre.

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