Biodiesel Eni: dove si trova, quali auto lo possono usare?

Il biodiesel saranno il futuro?

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Il Biodiesel Eni sbarca nelle stazioni di servizio italiane. Per adesso le stazioni coinvolte sono solo 50, ma presto triplicheranno e diventeranno 150. Come ormai è chiaro, in Europa si va verso l’addio ai motori termici: dal 2035 non si potranno più vendere auto termiche (ibride comprese), ma rimarranno circolanti tutte le auto tradizionali perché queste non sono state vietate del tutto.

Rimane il problema del carburante: se si parla di decarbonizzazione, uno degli “incentivi” sarà sicuramente una tassazione più elevata su diesel e benzina e dunque un costo più elevato sul consumatore finale. Chi ancora spera di poter tenere a lungo la sua auto termica spera nei biocarburanti e saluta con favore la novità di Eni.

Il nuovo biodiesel Eni

Il nuovo carburante del cane a sei zampe si chiama HVOlution che significa hydrotreated vegetable oil: olio vegetale idrotrattato. Si tratta di un gasolio rinnovabile prodotto da materie di scarto e residui vegetali nonché da olii provenienti da colture che non sono in competizione con il cibo.

Questo progetto coinvolge Paesi in via di Sviluppo come Kenya, Congo e Mozambico. Il prodotto finale viene realizzato a Gela, in Italia.

Quali auto possono usare questo carburante?

Non tutte: solo quelle di ultima generazione:

  • Gruppo Volkswagen: diesel TDI 2 e 3 litri, 4 cilindri, V6;
  • diesel Toyota: van Proace, Hilux;
  • Stellantis: Peugeot e Citroen.

Dove si trova?

In Italia ci sono al momento 50 stazioni: per trovarle è sufficiente utilizzare il servizio Stationfinder Enistation e filtrare il carburante HVO. Cinque di queste stazioni sono nel Lazio, sei sono in Calabria, una è a Busto Arsizio e zero al momento in Sicilia e Sardegna.

Sarà il futuro?

Non è chiaro se questo genere di prodotti saranno il futuro per le auto termiche, almeno per quelle diesel. Potranno probabilmente allungare la loro vita, soprattutto se accanto alla mobilità privata verrà anche dato impulso al trasporto pubblico locale in modo tale da creare delle vere alternative, soprattutto negli agglomerati urbani. Le auto continueranno ad esistere e a essere comprate, ma forse le useremo in modo diverso: magari solo per il tempo libero.

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