Tesla ha fatto parlare di se nelle ultime ore nel mondo dei motori. Il produttore californiano infatti ha annunciato il richiamo di quasi 600 mila veicoli negli Stati Uniti, la maggior parte per la seconda volta. Si tratta dell’ottavo richiamo da inizio anno per la casa automobilistica di Elon Musk.
L’azienda del resto ha dimostrato di essere sempre molto attenta alla sicurezza dei suoi clienti. Il motivo del richiamo questa volta è un problema alla funzione “Boombox“. Si tratta di una funzione per mezzo della quale la vettura può riprodurre suoni tramite un altoparlante esterno e rendere così più udibili gli avvisi acustici per i pedoni.
Cosa comporta il richiamo per i proprietari di Tesla?
La società afferma nei documenti del governo che il nuovo richiamo disabiliterà “Boombox” se i proprietari utilizzano la funzione che consentirà loro di avvisare i pedoni del passaggio dei veicoli a basse velocità. Quindi in tutti i momenti in cui le auto elettriche si muoveranno a bassa velocità.
Già a febbraio un precedente richiamo aveva disabilitato “Boombox”. Entrambi i richiami verranno effettuati con aggiornamenti software online. Sebbene dunque i clienti non dovranno portare la loro auto in officina, si tratterà comunque di un vero e proprio richiamo. Il provvedimento riguarda alcune unità di Model Y, X e S dal 2020 al 2022, nonché Model 3 prodotte dal 2017 al 2022. Al momento non si segnalano incidenti causati da questo problema.
Sempre nelle scorse ore, la National Highway Traffic Safety Administration ha pubblicato documenti che mostrano che Tesla sta richiamando più di 7 mila SUV Model X prodotti dal 2021 al 2022 perché gli airbag laterali a tendina potrebbero non gonfiarsi come previsto in un incidente quando i finestrini sono abbassati. Questi problemi al momento non coinvolgono modelli venduti in Europa. Vi aggiorneremo naturalmente nel caso in cui il richiamo di Tesla venga esteso o se arriveranno ulteriori notizie.