Il fine settimana di Miami rappresenterà per la Ferrari molto più di una semplice tappa del Mondiale di Formula 1 2025. Il secondo weekend Sprint della stagione arriva in un momento particolarmente delicato per la Scuderia di Maranello, alla ricerca di conferme dopo un avvio di campionato al di sotto delle aspettative. Sarà una gara breve, intensa, ma soprattutto decisiva per comprendere quale sia il reale potenziale della SF-25 quando liberata dalle limitazioni che hanno frenato la sua competitività nei Gran Premi tradizionali.
La Sprint Race di Miami rappresenta, dunque, molto più di una semplice corsa per punti supplementari. Sarà un banco di prova fondamentale per capire se l’unico exploit stagionale della Ferrari, ovvero la vittoria nella Sprint di Shanghai firmata Lewis Hamilton, sia stato un episodio isolato o il segnale di un potenziale latente che può ancora essere espresso nelle giuste condizioni.
Shanghai, il precedente che alimenta la speranza
La vittoria di Lewis Hamilton nella Sprint di Shanghai ha rappresentato l’unico vero squillo della Ferrari in questa prima parte di stagione. Nei diciannove giri disputati in Cina, il campione britannico ha dominato la scena, chiudendo la gara con oltre sei secondi di vantaggio su Oscar Piastri. Un successo netto, che aveva illuso appassionati e addetti ai lavori circa una possibile svolta tecnica del progetto SF-25.
Tuttavia, il weekend cinese aveva anche evidenziato una serie di circostanze particolari che avevano favorito la Ferrari. Con un carico di carburante ridotto a circa 35 chilogrammi, la monoposto aveva potuto adottare un assetto molto più basso rispetto a quello normalmente utilizzabile in gara. Questo aveva permesso di massimizzare le prestazioni senza incorrere nei problemi legati al consumo del pattino, questione che aveva poi portato alla squalifica di Hamilton nella gara lunga del giorno successivo.
A Shanghai, insomma, la Ferrari aveva trovato una finestra di setup ideale, sfruttando la leggerezza della vettura e l’abbassamento dell’assetto per ottenere una competitività che, sulla lunga distanza e con il pieno di carburante, non è stata più replicata.
Perché Miami sarà un test determinante
La Sprint Race di Miami si presenta quindi come un’occasione unica per verificare se quel risultato di Shanghai sia stato frutto di un contesto irripetibile o se, invece, rappresenti una reale possibilità tecnica per la Ferrari. Il formato Sprint prevede un numero di giri ridotto, un carico di carburante contenuto e, di conseguenza, condizioni che permettono alla SF-25 di correre con un assetto più estremo, riducendo l’altezza da terra e migliorando l’efficienza aerodinamica.
Inoltre, la Sprint si disputa con assetti che non devono necessariamente garantire la sopravvivenza della vettura su una distanza superiore ai 300 km, permettendo scelte più aggressive e orientate alla pura performance. Questa condizione può favorire particolarmente una monoposto come la SF-25, che ha dimostrato di soffrire meno nelle configurazioni leggere.
Va detto che il circuito di Miami presenta caratteristiche molto diverse rispetto a Shanghai. Il tracciato americano è più tortuoso, con sezioni lente alternate a rettilinei mediamente lunghi, e l’asfalto è notoriamente scivoloso. Anche le mescole scelte da Pirelli saranno differenti, adattate a un contesto più impegnativo in termini di gestione delle temperature. Nonostante queste differenze, il vero obiettivo della Ferrari sarà quello di verificare il comportamento della monoposto su carichi ridotti, isolando il fattore carburante come variabile principale.
La gestione dell’assetto e il problema del pattino
Uno dei punti chiave della crisi Ferrari post-Shanghai è stato il problema del consumo del pattino. Dopo la squalifica di Hamilton in Cina, la Scuderia ha dovuto adottare un approccio molto più conservativo sull’altezza da terra, alzando le monoposto e sacrificando buona parte del potenziale aerodinamico.
Questa misura preventiva ha avuto un impatto pesante sulle prestazioni generali della SF-25, che già non partiva da una base tecnica dominante. L’obbligo di mantenere una maggiore altezza da terra ha compromesso la capacità della vettura di generare carico aerodinamico e di sfruttare al massimo l’efficienza delle gomme, due fattori determinanti nel rendimento complessivo.
Nel contesto della Sprint di Miami, invece, con un carico di carburante ridotto e una distanza breve, il rischio di incorrere in problemi al pattino è drasticamente inferiore. Questo permette ai tecnici di Maranello di abbassare nuovamente l’assetto, cercando di replicare la configurazione vincente di Shanghai.
Se la Ferrari riuscirà a ottenere nuovamente un buon risultato senza compromessi regolamentari, potrà trarre indicazioni preziose in vista della parte centrale della stagione, quando anche i cambi regolamentari previsti dal GP di Spagna potrebbero rimescolare ulteriormente le carte.
L’importanza psicologica della Sprint per la Scuderia
Oltre agli aspetti tecnici, la Sprint Race di Miami assume un valore psicologico enorme per la Ferrari. Un buon risultato, anche solo nella Sprint, avrebbe il potere di riaccendere la fiducia all’interno del team e di ridare entusiasmo a un ambiente che ha inevitabilmente risentito delle difficoltà recenti.
Per Lewis Hamilton, un’altra prestazione convincente sarebbe fondamentale per consolidare il suo ruolo di leader tecnico all’interno della squadra, mentre per Charles Leclerc si tratterebbe di trovare conferme a una crescita che si è intravista solo a tratti in questo avvio di stagione.
Un successo, o comunque una performance solida, permetterebbe di arrivare ai prossimi appuntamenti, a partire dal tanto atteso GP di Imola, con uno slancio diverso. Sarebbe anche un segnale forte agli avversari, un avvertimento che la Ferrari non è ancora fuori dai giochi, pronta a sfruttare ogni occasione per risalire la china.
Verso Imola: l’inizio della vera rimonta
Dopo Miami, il calendario porterà la Formula 1 in Europa, con il GP dell’Emilia-Romagna a Imola. Lì la Ferrari prevede di introdurre un pacchetto di aggiornamenti tecnici significativi, destinati ad allargare la tanto agognata finestra di setup anche sulle distanze di gara tradizionali.
La Sprint di Miami, quindi, si inserisce perfettamente in questo percorso di crescita. Sarà il test finale prima di scommettere su una seconda parte di stagione all’attacco, contando anche sul cambio regolamentare che, a partire dal GP di Spagna, potrebbe indebolire la supremazia aerodinamica di rivali come la McLaren.
Per la Ferrari, è arrivato il momento di mettere in pratica tutto il lavoro fatto lontano dai riflettori. Miami offrirà una prima risposta: il potenziale c’è, ora bisogna dimostrare di saperlo trasformare in risultati concreti. Il Cavallino Rampante ha bisogno di ritrovare la sua corsa, e non c’è palcoscenico migliore di una Sprint per lanciare il segnale che tutti aspettano.