Leclerc avvisa McLaren: “Il gap si colmerà solo da Barcellona in poi”

Il podio a Jeddah non basta a Leclerc: “Serve più carico in qualifica. Il vero cambio con i controlli sulle ali a Barcellona. Ma Ferrari cresce, anche nei pit stop”

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Leclerc, podio GP Arabia Saudita. Credit: Account X Scuderia Ferrari

Charles Leclerc torna a sorridere dopo un inizio di stagione complicato, segnato da risultati altalenanti e da un ritmo che in qualifica non ha ancora permesso alla Ferrari di esprimersi ai livelli dei diretti rivali. Il terzo posto ottenuto al Gran Premio dell’Arabia Saudita rappresenta un’iniezione di fiducia importante, ma non basta. Lo dice con chiarezza lo stesso pilota monegasco, convinto che il vero momento di svolta per la stagione 2025 della Scuderia di Maranello arriverà soltanto a partire dal Gran Premio di Spagna a Barcellona, quando entreranno in vigore nuove direttive tecniche sulle ali flessibili.

Leclerc non si accontenta, e il suo sguardo è già rivolto al futuro. Nonostante l’ottimo passo gara mostrato dalla SF-25 sul tracciato di Jeddah, dove la gestione delle gomme e l’efficacia strategica hanno permesso di scalare posizioni fino al podio, è evidente che il nodo principale da sciogliere resta quello della prestazione sul giro secco. Lo dice senza giri di parole: la Ferrari deve migliorare in qualifica se vuole ambire a battere McLaren e Red Bull sul lungo periodo.

La gara perfetta non basta senza qualifica: “Il problema è l’aerodinamica”

Il confronto diretto con la McLaren, e in particolare con Lando Norris e Oscar Piastri, ha mostrato i limiti e i punti di forza della Ferrari in questo momento della stagione. Leclerc lo analizza con lucidità. “In qualifica ci manca qualcosa – spiega – e quel qualcosa è carico aerodinamico. Soprattutto rispetto a McLaren, Red Bull e Mercedes. La nostra vettura è molto buona in gara, gestiamo bene il degrado gomme, ma sul giro secco fatichiamo ancora troppo. Ed è lì che si decide gran parte del weekend”.

La SF-25 sembra una vettura bilanciata e coerente nella gestione delle mescole, capace di garantire buone prestazioni nella seconda parte delle gare, ma le difficoltà a partire davanti costringono troppo spesso Leclerc e il compagno Hamilton a rimontare da posizioni scomode. Non sempre è possibile trovare spazi per superare, soprattutto in circuiti cittadini come Gedda, dove Leclerc ha dovuto mettere in campo una prestazione chirurgica per riuscire a salire sul podio.

La fiducia cresce: “Ho sbloccato qualcosa, ora mi sento meglio in macchina”

Nonostante tutto, Charles Leclerc ammette di attraversare un buon momento personale, sottolineando come negli ultimi weekend abbia trovato maggiore sintonia con la vettura. “È da tanto che non mi sentivo così a mio agio in macchina – confessa – e credo di aver sbloccato qualcosa anche a livello di guida. C’è ancora tanto margine da esplorare, ma sto lavorando bene e il feeling migliora costantemente”.

Questa ritrovata armonia con la monoposto si riflette anche nelle prestazioni in pista: il sorpasso su Russell a Gedda è stato costruito con pazienza e intelligenza, sfruttando ogni dettaglio a proprio favore. Non a caso Leclerc ha voluto rimarcare anche l’ottimo lavoro svolto dalla squadra, a partire dalla strategia fino ai pit stop, che finora rappresentano un punto di forza inatteso della stagione Ferrari.

I pit stop come punto di forza: “Il team è stato perfetto”

Nel paddock si tende spesso a sottolineare gli errori, ma Leclerc preferisce puntare i riflettori su ciò che funziona. “La strategia è stata perfetta – racconta – e il pit stop è stato eseguito in modo impeccabile. I ragazzi del team stanno facendo un lavoro straordinario. Quando ci sono problemi se ne parla tanto, ma quando tutto va bene, come ora, è giusto dare merito a chi è dietro le quinte”.

Il cambio gomme effettuato in appena 2 secondi durante la sosta di Jeddah ha avuto un impatto diretto sulla possibilità di rientrare in pista davanti a Russell, e ha messo Leclerc nelle condizioni ideali per giocarsi il podio. In una F1 sempre più tirata sui dettagli, anche questi aspetti fanno la differenza. E Ferrari, da questo punto di vista, sembra aver fatto uno step importante rispetto al 2024.

Il vero turning point sarà a Barcellona

Guardando avanti, il pilota monegasco indica nella tappa di Barcellona il possibile spartiacque della stagione. È lì, infatti, che la Federazione introdurrà nuove verifiche tecniche più stringenti sulle flessioni delle ali, una novità che potrebbe penalizzare le vetture che finora hanno sfruttato maggiormente certe soluzioni aerodinamiche, come la McLaren.

“È lì che potremmo colmare davvero il gap – dice Leclerc – perché le modifiche regolamentari incideranno, e noi avremo anche aggiornamenti importanti. Prima di Barcellona sarà difficile pareggiare le prestazioni della McLaren, ma ci stiamo lavorando duramente”.

Le parole di Leclerc mostrano una strategia chiara: consolidare la crescita nelle prossime tappe, limitare i danni in qualifica e raccogliere punti preziosi, in attesa di un pacchetto di aggiornamenti che possa davvero cambiare gli equilibri in pista. Barcellona, dunque, non solo per ragioni tecniche legate al circuito, ma come crocevia regolamentare, rappresenta una sorta di deadline tecnica e psicologica per il team.

Vincere resta l’unico obiettivo

Come sempre, Leclerc non si accontenta. Non bastano i podi, né le buone sensazioni: l’obiettivo dichiarato resta vincere. “È l’unica cosa che mi interessa – taglia corto – perché correre in Ferrari significa puntare al massimo. Ora stiamo facendo progressi, ma non basta. Serve di più, e sappiamo che possiamo trovarlo”.

Le dichiarazioni del monegasco tracciano il profilo di un pilota maturo, sempre più leader all’interno del box, consapevole dei limiti della SF-25 ma anche delle sue potenzialità. Non c’è spazio per illusioni, ma nemmeno per il disfattismo. L’approccio è pragmatico e costruttivo, fondato su lavoro, analisi e coesione. E la fiducia sembra riposta non solo in se stesso, ma anche nel team e nella direzione tecnica intrapresa.

Il sogno mondiale? Si costruisce passo dopo passo

Se c’è una cosa che Leclerc ha imparato nelle ultime stagioni, è che il cammino verso il titolo si costruisce gara dopo gara, limando debolezze e capitalizzando ogni occasione. “Il gap da McLaren non è impossibile da colmare – conclude – ma serve costanza, visione, e un gruppo che lavora nella stessa direzione. A Barcellona capiremo meglio dove possiamo arrivare”.

Il primo podio del 2025, dunque, è un punto di partenza più che di arrivo. E se è vero che la SF-25 deve ancora crescere in qualifica, è altrettanto vero che in gara comincia a mostrare solidità e coerenza. A Leclerc ora il compito di guidare la rincorsa. Con ambizione, concretezza e la ferma intenzione di riportare il Cavallino a lottare dove merita: davanti a tutti.

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