Vasseur frena l’entusiasmo: “Ferrari forte in gara, ma le qualifiche ci condannano”

Il team principal della Ferrari analizza lucidamente il primo podio stagionale conquistato a Gedda da Leclerc. Il passo gara c’è, ma in qualifica manca ancora qualcosa.

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Hamilton e la Ferrari. Credit: account X Ferrari

Il primo sorriso della stagione per la Scuderia Ferrari è arrivato sotto le luci di Gedda, dove Charles Leclerc ha riportato la SF-25 sul podio dopo un avvio di campionato altalenante. Ma il sorriso di Frédéric Vasseur è appena accennato, trattenuto da una consapevolezza che pesa ancora troppo: la Ferrari 2025 non è ancora continua e competitiva in tutte le fasi del weekend. Lo ha spiegato con lucidità il team principal francese, sottolineando i progressi evidenti in gara ma anche le lacune da colmare sul giro secco.

Il podio in Arabia Saudita è stato il primo dell’anno per Maranello e, per certi versi, ha segnato un momento di svolta nella narrazione della stagione, soprattutto dopo l’amarezza di Shanghai e le squalifiche che avevano smorzato l’entusiasmo per la vittoria nella Sprint. Tuttavia, per Vasseur non è ancora tempo di festeggiare: il bicchiere resta mezzo pieno, ma va colmato in fretta se si vuole rimanere nella scia dei migliori.

Leclerc super, ma la qualifica resta il nodo

Le parole di Vasseur nel post-gara fotografano bene il doppio volto della Ferrari SF-25. Se da un lato Leclerc ha mostrato un passo gara invidiabile, a tratti persino superiore a quello di Verstappen e Piastri, dall’altro è la qualifica a frenare le ambizioni rosse. “In questo weekend se non siamo uno o due passi avanti è per via delle qualifiche, perché il passo gara è stato molto buono,” ha dichiarato ai microfoni di Sky.

Vasseur ha poi raccontato la strategia adottata per Leclerc, lodandone l’esecuzione: partenza conservativa per allungare il primo stint e, una volta trovata pista libera, un ritmo che ha permesso al monegasco di recuperare terreno. Ma questo non basta se si parte troppo indietro e si è costretti a rincorrere. Il messaggio è chiaro: la costanza deve diventare la nuova ossessione Ferrari. La squadra deve esprimersi ad alti livelli in ogni sessione del weekend, dalla FP1 alla domenica, senza più concedere vantaggi agli avversari.

Il passo c’è, ma manca ancora la prestazione sul giro secco

La gara di Gedda ha fornito indicazioni interessanti anche sul comportamento della monoposto in diverse condizioni di pista. Le difficoltà incontrate in curva 1 durante le qualifiche si sono dissolte in gara, dimostrando – secondo Vasseur – che il problema non è nelle curve lente. “Se ieri abbiamo faticato enormemente alla prima chicane, oggi probabilmente eravamo i più veloci in pista alla curva 1-2,” ha detto, sottolineando quanto la preparazione delle gomme faccia la differenza nel rendimento sul giro secco.

Vasseur è consapevole che non esiste una soluzione unica, né un colpo di bacchetta magica capace di restituire alla Ferrari quei decimi che la separano dalla pole. “La prestazione non arriva mai da un pilastro unico, ma un po’ da tutto,” ha spiegato. Ecco perché il lavoro sul campo deve continuare con approccio multidimensionale, raffinando ogni dettaglio, come già accaduto nella seconda parte del 2024.

Lavoro di squadra e zero individualismi

Uno dei momenti più significativi del post gara è stato il rifiuto netto, da parte del team principal, dell’idea che Charles Leclerc stia trascinando la squadra da solo. “Non è una questione di salvare il sogno. Dobbiamo lavorare insieme come team,” ha puntualizzato. La Ferrari non può essere una realtà trainata da un singolo talento, ma deve tornare a essere una macchina da guerra collettiva, in cui ogni componente – dai piloti agli ingegneri – rema nella stessa direzione.

L’analisi di Vasseur conferma l’orientamento tecnico e culturale che ha preso piede a Maranello da quando ha assunto la guida del team: la costruzione di un gruppo solido, reattivo e coeso, in grado di affrontare le difficoltà senza crisi di nervi. L’esempio dell’anno scorso è ancora fresco nella memoria del team: un inizio difficile seguito da un recupero costante, culminato in una seconda parte di stagione competitiva. La ricetta per il 2025 non può che essere la stessa, ma servono conferme e solidità in pista.

Il caso Hamilton: un rendimento altalenante

Un passaggio non secondario dell’intervista ha riguardato Lewis Hamilton, chiamato a portare esperienza e velocità nella nuova avventura in rosso. A Gedda, però, il britannico ha faticato e ha chiuso con un distacco di oltre 30 secondi da Leclerc. Vasseur non ha nascosto la delusione per un rendimento troppo incostante: “Ha avuto troppi alti e bassi finora.”

Il team principal non ha voluto puntare il dito, ma ha lanciato un messaggio chiaro: per tornare competitivi serve costanza da parte di tutti, piloti compresi. Hamilton ha mostrato sprazzi di velocità, ma in troppe gare è rimasto nelle retrovie, penalizzato spesso da una preparazione del weekend non ottimale. “Dobbiamo fare un lavoro migliore anche nelle prove libere 3 per preparare le qualifiche,” ha ammonito Vasseur, rimarcando ancora una volta il nodo cruciale che separa la Ferrari dal top della griglia.

Nessun aggiornamento per Miami: si guarda a Imola

Lo sguardo, inevitabilmente, si rivolge al prossimo appuntamento di Miami, ma le prospettive non sono entusiasmanti. Il format con la Sprint Race riduce il tempo per testare le novità tecniche e questo ha spinto la Ferrari a posticipare gli aggiornamenti previsti a Imola. “A Miami sarà complicato, porteremo qualcosa di nuovo più avanti,” ha annunciato Vasseur. Una decisione prudente, dettata dalla volontà di sfruttare al meglio ogni finestra utile per introdurre evoluzioni realmente efficaci.

La pista americana, con una sola ora di prove libere, non offre le condizioni ideali per validare componenti inediti, e in una stagione dove ogni dettaglio può fare la differenza, anche la gestione degli aggiornamenti diventa parte integrante della strategia complessiva.

Verso la continuità: la Ferrari cerca identità

Al netto delle parole misurate, il senso profondo del messaggio di Vasseur è chiaro: la Ferrari 2025 ha del potenziale, ma manca ancora un’identità solida e riconoscibile. L’altalena di prestazioni tra sabato e domenica rischia di compromettere i progressi fatti in gara, e la classifica – con la McLaren davanti – lo dimostra. Non è il tempo delle illusioni, né quello delle celebrazioni premature.

Vasseur vuole una Ferrari pragmatica, lucida, ossessionata dal dettaglio e capace di fare sistema. Un team che non si accontenta di inseguire, ma che punta a dettare il ritmo, gara dopo gara. E, se il podio di Gedda può rappresentare un punto di svolta, dovrà esserlo senza compromessi, a partire dalle qualifiche, passando per il rendimento dei piloti e la gestione delle fasi critiche del weekend.

Il primo podio del 2025 è un buon punto di partenza, ma non basta per riportare la Ferrari dove tutti la vogliono: a giocarsi il Mondiale. Per farlo, servirà la versione migliore non solo della SF-25, ma anche dell’intera Scuderia. E Vasseur lo sa bene

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