Il nuovo sondaggio condotto da Areté, società di consulenza strategica, riporta al centro del dibattito il rapporto tra gli italiani e l’auto elettrica. Nonostante gli investimenti pubblici e privati nel settore della mobilità sostenibile, i numeri parlano chiaro: la penetrazione del veicolo elettrico resta limitata, mentre la percezione generale è ancora condizionata da dubbi e timori. In questo articolo, approfondiamo il tema dell’auto elettrica in Italia.
Il dato più significativo riguarda la propensione all’acquisto: se oggi un automobilista italiano dovesse scegliere una nuova auto, solo il 27% opterebbe per un’elettrica. Un valore identico a quello del 2023 ma in calo drastico rispetto al 2022, quando l’interesse per la mobilità a zero emissioni raggiungeva il 38%. A dominare, invece, continua a essere l’ibrido, preferito dal 41% degli intervistati. Il dato conferma una tendenza alla prudenza, una sorta di via di mezzo che consente di approcciarsi al cambiamento senza strappi eccessivi.
Auto elettrica in Italia, prezzi ancora troppo elevati: il vero nodo da sciogliere
Uno dei motivi principali per cui l’auto elettrica in Italia stenta a decollare riguarda i prezzi di acquisto, percepiti come troppo elevati dalla stragrande maggioranza dei consumatori. Secondo il sondaggio Areté, il 67% degli italiani non è disposto a spendere più di 30.000 euro per un’elettrica. Se si alza l’asticella a 40.000 euro, la disponibilità sale all’81%. Tuttavia, il mercato attuale offre pochi modelli elettrici realmente competitivi in questa fascia di prezzo, rendendo l’offerta scarsamente accessibile.
Questo disallineamento tra domanda e offerta è aggravato da un altro dato preoccupante: il 47% degli intervistati dichiara di non aver mai considerato l’acquisto di un veicolo elettrico a causa del prezzo, un incremento di ben 37 punti percentuali rispetto al 2023. Un cambiamento netto nella percezione che evidenzia come la sensibilità verso il costo d’acquisto sia cresciuta più rapidamente dell’evoluzione dell’offerta commerciale.
Infrastrutture carenti e autonomia insufficiente: altri freni alla transizione
Oltre al prezzo, pesano ancora l’insufficienza della rete di ricarica e i limiti percepiti dell’autonomia dei veicoli. Il 26% del campione segnala che le colonnine di ricarica non sono ancora sufficienti a garantire viaggi tranquilli e senza ansie, mentre il 18% ritiene che le elettriche non offrano abbastanza autonomia per essere considerate un’alternativa davvero praticabile su lunga distanza.
Questi dati mettono in luce una sfida cruciale per le politiche pubbliche e le strategie industriali: è indispensabile non solo potenziare le infrastrutture, ma anche comunicare meglio l’evoluzione tecnologica dei nuovi modelli, che spesso offrono performance superiori rispetto alle aspettative degli automobilisti meno informati.
Esperienza diretta ancora limitata: una barriera culturale da superare
Il sondaggio Areté rivela anche un altro ostacolo culturale alla diffusione dell’auto elettrica in Italia: la mancanza di esperienza diretta. Ben il 61% degli italiani non ha mai guidato un’auto elettrica, anche se il dato è in miglioramento rispetto al 67% registrato due anni fa. Inoltre, il 56% del campione non ha mai neppure richiesto un preventivo per l’acquisto di un EV.
Tra coloro che hanno fatto il passo successivo e hanno ricevuto un preventivo, solo il 34% ha effettivamente concluso la compravendita. Si tratta di una percentuale che evidenzia una forte resistenza psicologica, una distanza ancora ampia tra curiosità e decisione d’acquisto.
Soddisfazione elevata tra chi ha già scelto l’elettrico
Una nota positiva emerge dall’analisi: tra chi possiede già un’auto elettrica, il livello di soddisfazione resta alto. Questo dato, pur non espresso con una percentuale precisa nel sondaggio, suggerisce che l’esperienza diretta è spesso in grado di ribaltare i pregiudizi iniziali. Le prestazioni, la silenziosità, i minori costi di gestione e l’efficienza energetica risultano elementi apprezzati dagli automobilisti che hanno scelto la mobilità elettrica.
Fiducia nei trend del futuro in calo: un segnale da non ignorare
Il report Areté non si limita a fotografare la propensione all’acquisto, ma analizza anche le aspettative verso i macro-trend della mobilità del futuro. Qui emergono segnali di scetticismo crescente. La fiducia nella guida autonoma è oggi condivisa dal 53% degli intervistati, mentre solo il 42% crede negli acquisti online come standard futuro per le auto. Ancora più bassa la percentuale di chi immagina un passaggio dalla proprietà all’uso condiviso del veicolo, ferma al 30%.
Anche l’idea di un futuro dominato dai veicoli a zero emissioni perde terreno: nel 2023, il 63% credeva in un’auto sempre più elettrica; oggi questa fiducia scende al 53%. Un calo che segnala un indebolimento della narrazione ottimistica legata alla transizione ecologica, probabilmente influenzato dalla complessità della situazione economica e geopolitica.
Conclusioni: tra pragmatismo e necessità di visione
Il sondaggio Areté restituisce un quadro chiaro ma non privo di contraddizioni. L’auto elettrica in Italia è un’opportunità ancora da concretizzare, ostacolata da barriere economiche, culturali e infrastrutturali. Ma è anche un segmento in cui, una volta abbattuti i pregiudizi, si registra un’alta soddisfazione.
Per accelerare la transizione servono politiche più incisive, incentivi realmente attrattivi, investimenti pubblici in infrastrutture e una comunicazione che sappia parlare al consumatore con trasparenza e concretezza. L’automobile del futuro non si costruisce solo con batterie e software, ma anche con fiducia e consapevolezza.