Il debutto di Lewis Hamilton in Ferrari era atteso con trepidazione da tifosi, addetti ai lavori e appassionati di Formula 1. Un sette volte campione del mondo al volante della Rossa, simbolo del motorsport italiano, prometteva scintille e titoli in prospettiva. Eppure, dopo poche gare e in particolare all’indomani del Gran Premio del Bahrain 2025, la realtà si presenta ben più complessa del sogno. Hamilton ha chiuso la gara in quinta posizione, dietro al compagno Charles Leclerc, e soprattutto con oltre otto secondi di distacco accumulati in meno di 25 giri. Una differenza marcata, che ha fatto emergere tutte le difficoltà di adattamento del campione britannico alla nuova avventura in rosso.
Hamilton in Ferrari e l’adattamento: “Non pensavo sarebbe andata così male”
Lo ha ammesso lui stesso, senza giri di parole, ai microfoni di Sky Sport al termine del weekend di Sakhir. “Non mi aspettavo che andasse così male, effettivamente. Non pensavo che le mie prestazioni sarebbero state queste e che la mia capacità di adattarmi a questa macchina fosse così negativa com’è stata in effetti”. Una dichiarazione che colpisce, soprattutto se pronunciate da un pilota come Hamilton, sempre abituato a dettare il passo piuttosto che inseguire. Il britannico non cerca scuse, ma nemmeno nasconde l’amarezza per un impatto con Maranello ben più spigoloso del previsto.
La SF-25, monoposto 2025 della Ferrari, sta mostrando limiti strutturali e una finestra di funzionamento aerodinamico molto stretta, che rende difficile trovare il bilanciamento perfetto. Ma se Leclerc sembra aver trovato un punto d’equilibrio stabile nel corso del weekend, Hamilton appare costretto a inseguire costantemente una vettura che ancora non sente sua. “Mi sto lentamente mettendo certe cose nella testa per trovare il giusto bilanciamento”, ha detto. Parole che raccontano il lavoro dietro le quinte di un campione che non vuole arrendersi, ma che si trova per la prima volta in carriera a dover reimparare quasi tutto.
Cambiamenti radicali: freni, stile di guida e mentalità
Uno dei punti centrali delle difficoltà emerse riguarda il cambio di abitudini tecniche. Hamilton, per 15 anni legato al mondo Mercedes, si ritrova ora a fare i conti con un pacchetto tecnico completamente diverso, a partire da dettagli apparentemente secondari ma fondamentali per un pilota, come il sistema frenante. “Sto usando il freno motore, che non avevo mai usato in precedenza, e anche i freni sono molto diversi. Qui si usano i Brembo, mentre negli ultimi 15 anni ho usato i Carbone Industrie”.
La differenza tra le due tecnologie può sembrare marginale per un osservatore esterno, ma per un pilota al livello di Hamilton è un cambio radicale che incide sul feeling in staccata, sulla gestione delle gomme e sulla fiducia nel corpo vettura. E non è tutto. Anche lo stile di guida richiesto dalla SF-25 è profondamente diverso. “Questa macchina richiede uno stile di guida molto molto diverso”, ha spiegato Hamilton. “E quindi mi sto adattando. Ma è chiaro che Charles parte con un assetto e lo mantiene praticamente per tutto il weekend, mentre io sono molto lontano da lui”.
Una dichiarazione che racconta anche della difficoltà nel trovare stabilità nei fine settimana di gara. Mentre il compagno di squadra sembra avere una base solida da cui partire, Hamilton si trova costretto a cambiare costantemente approccio, cercando il feeling ideale spesso a ridosso delle qualifiche. Questo lo espone al rischio di trovarsi fuori posizione già dal sabato, come accaduto in Bahrain, dove ha preso il via solo dalla nona casella in griglia.
Un passo alla volta: la fiducia non manca, ma il tempo stringe
Nonostante tutto, Hamilton non si arrende. L’esperienza, la lucidità e la determinazione che lo hanno sempre contraddistinto sono ancora tutte lì. “Devo fare un lavoro migliore durante il fine settimana. So che posso farcela e lo farò. La prossima settimana cercherò di partire da un punto migliore e di non variare troppo rispetto a quella base”, ha promesso. È un segnale importante, che mostra come il sette volte iridato non abbia perso la motivazione né la fame di risultati.
La Ferrari, dal canto suo, deve sostenere questo processo di adattamento, cercando di offrire a Hamilton le condizioni migliori per esprimere il suo potenziale. Le parole del pilota britannico fanno capire che l’analisi e la comprensione della SF-25 non sono ancora complete. Ma intravede segnali positivi: “Penso di aver capito come la macchina vuole essere guidata e spero di riuscire ad applicare questi insegnamenti nel prossimo weekend”.
Il Bahrain, quindi, potrebbe rappresentare un punto di svolta. Non tanto nei risultati, ma nel processo di apprendimento e nell’approccio mentale. L’essere riuscito a chiudere comunque al quinto posto, con sorpassi decisivi e una progressione costante, nonostante una qualifica difficile, è un segnale incoraggiante. Hamilton ha mostrato, se non la velocità assoluta, almeno la volontà di non arrendersi.
Il confronto interno con Leclerc e la costruzione del nuovo equilibrio Ferrari
Un altro elemento che emerge con forza è il confronto interno con Charles Leclerc. Il monegasco ha iniziato la stagione da punto fermo della Scuderia, e il suo rendimento nelle prime gare lo ha confermato. Leclerc sembra avere un rapporto ormai rodato con la squadra, capace di lavorare su una base tecnica nota e condivisa. Hamilton, invece, si muove in un terreno nuovo, dove ogni decisione tecnica ha bisogno di un processo più lungo e delicato.
Questo crea inevitabilmente dinamiche interne complesse, che la Ferrari dovrà gestire con equilibrio. Da un lato, è fondamentale garantire pari opportunità a entrambi i piloti. Dall’altro, sarà necessario sostenere con pazienza il processo di adattamento del campione britannico, che potrebbe diventare decisivo nella seconda parte della stagione.
Nel contesto di una Formula 1 2025 estremamente competitiva, dove McLaren e Mercedes sembrano aver colmato il gap con Red Bull, ogni dettaglio può fare la differenza. E Hamilton, anche in un momento difficile, può rappresentare quel fattore in più in grado di cambiare le sorti di un campionato.
Una stagione da scrivere: la rincorsa di Hamilton è appena cominciata
Il racconto di Hamilton in rosso è solo all’inizio. Le difficoltà incontrate in Bahrain sono un passaggio obbligato in un percorso di trasformazione tecnica e umana. Il sette volte campione del mondo ha lasciato la sua zona di comfort per abbracciare una sfida nuova, diversa, forse più ardua di quanto si aspettasse. Ma proprio per questo, anche più stimolante.
Le parole amare raccolte dopo il GP del Bahrain lasciano trasparire frustrazione, certo, ma anche determinazione. Il vero Hamilton non si misura solo con i trofei vinti, ma con la sua capacità di risorgere quando le cose non vanno come previsto. La Ferrari lo ha scelto per questo: per la sua classe, per la sua fame, per il suo talento. Ora tocca a lui trasformare queste difficoltà in motivazione. Perché il vero campione non si vede solo quando vince, ma soprattutto quando lotta. E Lewis Hamilton, questo, lo sa meglio di chiunque altro.